Il mercato delle vendite delle automobili in Europa è sempre più favorevole verso le vetture elettriche. La quota di mercato del comparto elettrico nella prima metà del 2022 ha registrato dati molto positivi con incrementi significativi rispetto al 2021 nello stesso periodo (+9% in Europa per le vetture completamente elettriche). Ma analizzando l’andamento del segmento nei singoli paesi dell’Unione, emergono dati interessanti e l’Italia è in controtendenza. Questa e molte altre news su Auto.it, ma andiamo a vedere il dettaglio della performance italiana nel settore automotive elettrico.
Vendite in calo per le auto BEV in Italia
L’Italia risulta – dopo anni di leadership – il fanalino di coda nelle vendite dei veicoli BEV (alimentati esclusivamente con batterie elettriche). Nei primi 7 mesi del 2022, il calo è stato del 19,7%, in netta opposizione alla crescita in altri paesi europei come la Germania (+ 13%) e il Belgio (con + 81%). In particolare, il calo interessa i veicoli completamente elettrici immatricolati nel mese di agosto, una tendenza che – a prescindere dal naturale minor tasso di immatricolazioni nei mesi estivi – si è confermata in discesa libera già dai primi mesi del 2022, con un -20,5% sulle vendite totali.
L’Italia -stando agli ultimi rilevamenti – è l’unico paese europeo che registra il calo delle vendite di vetture elettriche e ibride nei primi sette mesi del 2022. Sebbene la tendenza al calo sia presente in tutto il mercato europeo, in genere, il gap è più evidente nel segmento delle auto BEV e BHEV. Le regioni hanno anche provato ad incentivare il passaggio alle auto elettriche ed ibride, proponendo bonus sull’acquisto di una nuova auto o, come nel caso della città di Milano, l’introduzione di una area a traffico limitato, contenendo così l’entrata di auto inquinanti all’interno della cerchia della città. Tuttavia sembra che ne i bonus sull’acquisto, ne le restrizioni, convincano gli italiani a scegliere auto meno inquinanti.
Perché il calo delle vendite delle auto elettriche in Italia?
Secondo le rilevazioni di Motus-E, il calo delle vendite dell’elettrico in Italia è un segnale negativo perché indice di una mancanza di programmazione delle politiche a sostegno del comparto automotive elettrico e ibrido che a sua volta evidenzia una mancanza di volontà di investimento nel settore in quanto si vuole dare priorità ad altri settori considerate le contingenze geopolitiche del momento storico e la crisi energetica che ne consegue (finché perdura il conflitto russo-ucraino, la crisi nel comparto dei semiconduttori, minerali e chip domina gli interessi dei singoli paesi limitrofi e non solo).
Per anni l’argomentazione più frequente rispetto alle motivazioni del mancato decollo delle vetture elettriche in Italia è stata attribuita a una rete di alimentazione inefficiente, inadeguata, con pochi punti d ricarica pubblica e pochi incentivi che non stimolano il cittadino all’acquisto di vetture completamente elettriche. Tuttavia, l’Italia risulta possedere il maggior numero di punti di ricarica per veicolo circolante rispetto a paesi come il Regno Unito, la Francia, la Germania e la stessa Norvegia (paese con la più alta concentrazione al mondo di veicoli elettrici in circolazione). Anche rispetto alla penetrazione dei veicoli elettrici e al numero di punti di ricarica ogni 100 mila abitanti, l’Italia è al di sopra della media europea con 44 colonnine o punti di ricarica ogni 100 mila abitanti. La “colpa”, dunque, non è più attribuibile alla scarsità delle infrastrutture – che con i fondi stanziati dal PNRR, entro il 2026 garantiranno l’installazione di ulteriori 40 000 punti di ricarica ad alta potenza – ma è da attribuire alla volontà di attuare il cambiamento radicale di abitudini e alle difficoltà di riconversione e adattamento di alcune infrastrutture esistenti ai nuovi sistemi di alimentazione.